…l’esperienza come donatrice di Pamela!

latte umanoCiao, sono Pamela, ho 31 anni e sono la mamma di Martina, 4 anni e Nicole, 15 mesi.

Solo dopo la nascita della mia seconda figlia ho scoperto la possibilità di donare il mio latte: sfogliando i depliant che mi hanno dato alla dimissione dall’ospedale, ho trovato anche quello de “la banca dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer”. Così da febbraio 2016, appena assestato l’allattamento con la mia piccola, ho iniziato la meravigliosa avventura da donatrice. Così, una volta a sera, ogni giorno, da febbraio a settembre, prendevo il tiralatte manuale e, un seno alla volta, raccoglievo il mio latte. All’inizio venivano sì e no 100 ml a sera, poi sempre di più… dopo pochi mesi riuscivo a togliere dai 260 ai 390 ml a sera.

Ogni 2 settimane circa, un’incaricata del Meyer veniva direttamente a casa mia a prendere il latte raccolto e conservato in congelatore e lasciava i barattolini sterili vuoti insieme alle etichette adesive da applicare sopra ognuno di essi, con su scritto il mio nome e sulle quali dovevo scrivere la data di estrazione del latte.

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Certo, un poco faticoso lo è, riuscire a non saltare quasi nessun giorno, smontare il tiralatte per sterilizzare tutti suoi componenti prima di ogni utilizzo, stare un pochino più attenti con la propria alimentazione, specialmente se, come me, lavori fuori casa e hai due bambini piccoli, ma solo il pensiero che quello che stai facendo serve ad aiutare bambini in difficoltà, beh… ti dà una spinta morale straordinaria.

Sì perché il latte umano donato è usato nella nutrizione clinica dei neonati critici e, in particolar modo, dei pretermine. Nei fogli informativi che mi ha lasciato l’ospedale ho scoperto i vantaggi dell’utilizzo del latte materno.
Rispetto al latte formulato, il latte umano di banca, grazie alle sue proprietà nutrizionali e ai suoi effetti protettivi, garantisce al neonato pretermine grandi vantaggi e attualmente il latte di banca è utilizzato anche in altre condizioni cliniche del lattante.

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Il latte umano deve subire, ovviamente, una serie di trattamenti fisici che ne garantiscono la sicurezza, le qualità biologiche, proprietà nutrizionali ed effetti protettivi: screening delle donatrici, modalità adeguate di raccolta e conservazione del latte, controlli organolettici, fisici e batteriologici, pastorizzazione, documentazione degli atti medico-amministrativi.

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Per i 48 litri circa di latte raccolti da febbraio a settembre, devo ringraziare mio marito per avermi concesso 40 minuti circa di “libertà” a sera per fare in modo che me lo tirassi, e Nicole per aver condiviso il suo lattino con altri “fratelli di latte”, come si sarebbe detto ai tempi delle nostre nonne balie
Ciao a tutti,

Pamela D.

 

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