Forti come il “Sole”: la dolce e commovente esperienza di allattamento a termine di Federica!

esperienza di allattamento a termine di Federica

Oggi è Federica che ha raccolto il nostro invito a raccontare la sua esperienza di allattamento sulle pagine di Allattando! Grazie Federica per averci resi partecipi del tuo meraviglioso allattamento a termine e grazie a tutte le mamme che vorranno contribuire con le loro storie a creare un supporto per tutte le mamme!

Cara Francesca,
Finalmente ho trovato il tempo di scriverti la mia esperienza di allattamento!

Tre anni e mezzo di allattamento portati a termine! E chi mai se lo sarebbe aspettato! Io di sicuro non potevo neanche lontanamente immaginarlo quando è nata la mia bimba!

Sole è nata nel 2014, è nata appunto nella terra del sole: a Tenerife!
Durante i miei lunghi viaggi prima di rimanere incinta ho conosciuto tante mamme e tante realtà diverse da quelle a cui ero stata abituata. Quando ho scoperto di essere incinta io e il mio compagno abbiamo deciso di fermarci a Tenerife quando ero all’ottavo mese. Lungo tutta la gravidanza mi sono letta tantissimi libri e ho cercato in rete quanti più articoli possibili. Mi sentivo sicura e tranquilla!

Ma la realtà a volte ti sbatte la porta in faccia e dopo un lungo parto indotto in ospedale che non sto a raccontarvi… finalmente è nata Sole!
Me l’hanno appoggiata sulla pancia, i suoi occhi hanno incrociato i miei per la prima volta… che emozione grandissima! Il primo mio gesto, da cuore di mamma, è stato quello di tirarla piano verso il mio seno, più su insomma… avrei voluto si attaccasse o cercasse almeno di farlo subito. L’ostetrica e l’infermiera si sono spaventate (ancora non mi spiego il perché), mi hanno sgridata e l’hanno portata via.

Devo dire che in ospedale non mi hanno aiutata e non mi hanno dato sostegno nella mia esperienza di allattamento e ciò che sembrava la cosa più naturale e semplice del mondo è diventata qualcosa di difficilissimo. Tanto che il parto (di 23 ore) è sembrato facilissimo! Dopo tre ore… tre lunghe ore in cui pretendevo mi portassero la mia bambina che stava benissimo e a cui hanno dato un biberon (il suo primo pasto) dopo aver spaventato il padre che comunque bene o male aveva letto le stesse cose mie e si era informato…

Finalmente me l’hanno portata in camera. Si attaccava poco e male. Nessuno mi è venuto a controllare. Dopo tre giorni ci hanno mandato a casa.

Non avevamo amici con figli e le nostre famiglie erano lontano. L’unica doula che c’era sull’isola era troppo costosa per noi. Non c’erano gruppi di condivisioni di mamme che sono nati solo un anno dopo a cui partecipato con gioia.

Sole succhiava poco, si addormentava, non piangeva quasi mai, bagnava i pannolini ma poco ed io non sapevo che fosse troppo poco e pensavo che andasse tutto bene. Dopo una settimana avevamo il primo controllo dal pediatra.
Sole alla nascita pesava 2,500. Quel giorno pesava 2,250. Preoccupato il pediatra gli ha preso una goccia di sangue dal ditino della manina e mi ha detto di correre al pronto soccorso perché la bambina era disidrata.

Mi è caduto il mondo addosso…

Mi sentivo una madre orribile, non sapevo nutrire mia figlia mi dicevo.

All’ospedale ci siamo rimasti una settimana intera. Gli hanno subito messo endovena sulla testolina acqua e glucosio e ci hanno fatto stare in pediatria in una stanza in cui io con i punti sul perineo dormivo su una sedia e i piedi mi si gonfiavano e diventavano viola. Ogni tre ore si presentavano con il biberon che io rifiutavo. Ho cominciato ad usare il tiralatte manuale. Ogni goccia era oro per me! Non doveva andarne sprecata nessuna. La nutrivo con il biberon con il mio latte e cercavo di attaccarla in ogni momento in cui sembrava avere fame. Giorno e notte con costanza. Era dura. Molto dura.

Dentro all’ospedale entrava poca luce. Mi sembrava di essere in un film horror. Il dolore fisico ed emotivo era enorme. Nessun professionista dell’ospedale è venuto in mio aiuto se non per vedere i tubicini, se erano a posto o a chiedere se volevo un biberon.

Nella nostra stanza c’era un altro bimbo di un anno, ricoverato per un’infezione alle vie urinarie, la sua mamma è stata il mio angelo! La settimana seguente, mi diceva, che sarebbe stata ricoverata per iniziare la chemio e che le avrebbero asportato un seno e stava lì ad allattare il suo bambino… il suo sorriso era bellissimo e forte!

esperienza di allattamento a termine di Federica

Rideva e lo allattava sperando che fosse guarito in tempo per tornare a casa prima che fosse ricoverata lei. Rideva e mi dava una forza incredibile. Mi ha detto lei come attaccarla meglio e quel trucchetto di infilare il dito all’angolo della bocca quando si addormenta stringendo la mandibola sul seno per staccarla dolcemente. Non ho più sue notizie purtroppo ma rimarrà sempre nel mio cuore. Li ho capito l’importanza della condivisione e che l’esperienza delle mamme è ciò di più sacro e bello ci sia!

Dopo una settimana Sole aveva preso peso solo con il mio latte e ci hanno rimandato a casa!

Mi piacerebbe dire che da qui in poi la mia esperienza di allattamento è proseguita bene… invece….

Avevo capito come nutrirla ma l‘attacco al seno non era giusto o io non ero rilassata… Non so spiegare il perché… Non avevo ferite, non avevo ragadi, non avevo mastiti eppure il dolore era pazzesco. La sensazione era che ad ogni sua poppata mi chiudessero violentemente la porta sui capezzoli…
Per due mesi l’ho allattato stringendo i denti, con le lacrime agli occhi sperando che col tempo sarebbe andata meglio. Che testona! Avrei fatto di tutto per darle il mio latte perché sapevo che era la cosa giusta per lei.

Lei cresceva ed io invece mi sentivo una mucca stanca chiusa nella sua stalla di metallo, munta continuamente (tant’è che non bevo latte animale…che massacro! Quello è dei cuccioli!).
Dopo due mesi è venuta mia madre a farmi visita e a conoscere Sole!

È stato un attimo… mi ha guardata e mi ha detto: “Federica perché non respiri?  E magari vai a farti una doccia che puzzi, da quant’è che non ti lavi? Guarda che se la lasci un attimo a qualcuno puoi andare al bagno e poi torni che stai meglio e magari respiri allattando…”.

Da lì tutto è cambiato! Piano piano il dolore era sempre meno, fino a sparire in poco tempo, una poppata dopo l’altra!
Avevo capito che potevo proteggere la mia bambina ma dovevo anche fidarmi che nessuno me l’avrebbe più portata via. E che se mi rilassavo tutto sarebbe andato meglio!

Verso i 7 mesi Sole ha cominciato con l’autosvezzamento ma il suo nutrimento preferito è rimasto il mio latte! Ha sempre mangiato di tutto ed è sempre stata di bocca buona, anche i sapori più forti gli piacciono da quando era piccolissima perché non mi sono mai privata in allattamento e in gravidanza di mangiare certi alimenti: sempre mangiato aglio, cipolle, legumi, cioccolato e alimenti piccanti!

Dall’anno in avanti spesso c’era chi s’intrometteva dicendo che ormai era grande o che il mio latte era acqua e tutte le altre stupidaggini! Noi sorridevamo e facevamo finta di nulla! Dopo tutto quello che ci avevamo messo per iniziare non era concepibile smettere!!!
Ho lasciato piano piano che Sole si stufasse di prendere il seno, fino a quando per giorni si dimenticava che lo avessi e si addormentava perfino senza quelle due poppate prima di dormire.

Così ad agosto la nonna gli ha chiesto se voleva andare al mare con lei e lei ha accettato felice stando l’intero mese senza di me! È stata bravissima e sono fiera di lei!

esperienza di allattamento a termine di Federica

Al ritorno mi ha chiesto se poteva provare…. è stato bello vederla attaccarsi un’ultima volta a me perché poi si sa…per la fine dell’ allattamento a termine non è il bambino a soffrire ma noi madri!!!!

Si è staccata subito dopo e mi ha guardato con quel suo faccino furbo e mi ha detto: “Non c’è più latte mamma!”. Mi ha sorriso, mi ha risistemato la maglietta per bene ed è tornata a giocare! Non mi ha più chiesto il latte!

Ma un segreto però c’è : ho provato a spremere un pochino il seno  l’altro giorno e una goccioline bianca è uscita fuori!!!!!

Questa è la mia esperienza di allattamento. Spero in qualche modo possa essere d’aiuto a qualche mamma.

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