Le ragadi al capezzolo

ragadi al capezzoloLe ragadi al capezzolo rappresentano una delle principali cause di insuccesso dell’allattamento al seno, insieme ad altri disturbi della mammella, quali l’ingorgo dei seni galattofori e la mastite.
Le ragadi al capezzolo sono sottili lacerazioni (piccoli tagli) superficiali della cute o delle mucose di profondità variabile, che possono interessare sia il capezzolo sia l’areola mammaria, ovvero la zona cutanea pigmentata che lo circonda.
Nonostante ci siano pochi lavori presenti nella letteratura scientifica che descrivono le lesioni dermatologiche del capezzolo durante la prima settimana di allattamento, la formazione delle ragadi nelle donne che allattano al seno è piuttosto elevata e varia fra il 65% al 76%.
Nei primi giorni dopo il parto un elevato numero di mamme ha un lieve dolore nella regione dei capezzoli quando il bambino si attacca e inizia a succhiare, dovuto semplicemente alla lentezza della fuoriuscita di latte. Affinché si verifichi una maggiore fuoriuscita del latte prodotto dalla ghiandola mammaria, infatti, è necessario che questa sia stimolata dall’ossitocina (la produzione della quale viene attivata dagli stimoli esercitati sul capezzolo) e che il bambino sia attaccato correttamente. Finché non si realizzano queste due condizioni la mammella sarà sottoposta a stress ma, appena la presa del bambino sarà adeguata, la poppata non farà più male.Se il dolore persiste, tuttavia, a causa di un cattivo posizionamento del neonato, si produce un danno da frizionamento della cute: le ragadi al capezzolo.
Queste ferite del tessuto cutaneo possono avere forme diverse in base alla localizzazione della lesione: curvilinea (attorno alla base), ramificata o rettilinea (localizzata sulla punta del capezzolo).

ragadi al capezzolo

Questo piccolo danno del tessuto, provoca dolore durante la poppata e viene vissuto e sopportato in modo diverso dalle mamme, provocando spesso una riduzione del numero e della durata delle poppate con l’insorgenza di problemi quali:

  • Svuotamento incompleto del latte dal seno e successivo ingorgo
  • Insufficiente stimolazione riflessa alla produzione di prolattina con bassa produzione di latte.

ATTENZIONE: La ragade rappresenta una porta di ingresso per i batteri che, nel caso della presenza contemporanea di ingorgo, può causare mastite.

 

Trattamento delle ragadi

La presenza di una ragade al capezzolo non deve determinare l’interruzione della poppata e men che meno dell’allattamento. In molti casi, la correzione della posizione di attacco è sufficiente a far recedere il dolore rapidamente.

L’approccio terapeutico è riassunto nella tabella seguente:

  • Correggere le modalità d’attacco del bambino al seno
  • Non utilizzare saponi o detergenti topici
  • Non applicare medicamenti locali quali pomate di vario tipo, garzette stimolanti la cicatrizzazione, argilla, ecc
  • Iniziare la poppata dal seno opposto per poi passare a quello con la ragade quando il latte è più disponibile una volta attivato il riflesso di eiezione grazie alla suzione del seno opposto
  • Tra una poppata e l’altra esporre, quando possibile, i capezzoli all’aria e (stagione permettendo) brevemente al sole
  • Tra una poppata e l’altra indossare delle coppette anti-ragadi, che permettono al capezzolo di restare protetto e separato dai vestiti

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